1° GIORNO
Ritrovo a Mombarcaro. Il paese viene denominato la vetta delle Langhe in quanto la sua altitudine (896 s.l.m.) è la più elevata tra tutti i comuni del territorio.
Una singolare particolarità del luogo consiste nel fatto che nelle giornate più terse, soprattutto dopo che ha soffiato il Maestrale, dal belvedere è possibile vedere il riverbero del mare, il tipico bagliore che il mare crea quando baciato dal sole; da qui il nome del paese “Mom – barcaro”.
Giornata dedicata alla scoperta della vita da pastore in alta langa. Impareremo come accudire il gregge, il pascolo, la tosatura della lana e parteciperemo ad un laboratorio di produzione casearia della Toma di Langa.
La nostra avventura sarà intervallata da una merenda sinoira con prodotti locali.
In serata cena in trattoria tipica.
2° GIORNO
Ritrovo a Barolo, blasonato capoluogo di questo nuovo eden in terra che è divenuta la Langa, grazie alla determinazione e al sacrificio di generazioni di langhet ( abitati delle Langhe). Conosceremo grazie alla testimonianza di chi c’era prima, il “fenomeno Langa” quando questo era sinonimo di terre povere che a malapena davano di che vivere, fino al boom economico di oggi.
Scopriremo attraverso la proiezione di un lungometraggio nel caveau di un’antica cantina il fenomeno “Barolo Boys” che negli anni ’80 in totale disaccordo con i padri, hanno dato il via alla trasformazione di quel paesaggio che sarebbe stato giustamente insignito decenni dopo come “Patrimonio dell’Unesco”.
Pranzo in locanda tipica.
Nel pomeriggio trasferimento a Castagnito, dove a bordo di un carro trainato da cavalli apprenderemo i metodi di potatura e lavorazione della vigna, alla sera rientro in cantina con tipica merenda sinoira.
3° GIORNO
Ritrovo a Monforte che fa parte degli 11 comuni di produzione del vino Barolo. Il nome deriva dalle mura del castello che ne cingevano la sommità (Mons Fortis) e l’abitato medievale.
Da qui partirà una piacevole escursione a piedi, adatta a tutti, attraverso i vigneti, come facevano un tempo gli uomini che andavano a lavorare le terre al di fuori del villaggio. Un accompagnatore naturalistico saprà farci cogliere le bellezze della natura e la nostra guida ci svelerà i segreti delle masche: le fattucchiere del focolare piemontese. Chi giura di averla conosciuta come allegro folletto, chi come megera mangiatrice di bambini, chi ancora con forme animalesche o chi addirittura negli occhi del vicino. Un susseguirsi di storie tramandate verbalmente, che ancora oggi sono capaci di farci sobbalzare all’imbrunire al minimo rumore sospetto.
Pranzo a buffet servito in cantina tipica, e rientro.
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